L'interessante volume, edito nel 1994 per i tipi della Clarendon Press di Oxford, offre un'esauriente disamina delle diverse problematiche collegate alle funzioni di tutela della sicurezza nazionale, nell'ambito di un ordinamento democratico.
Il tema, com'è noto, costituisce il momento centrale del dibattito intorno alle funzioni degli Organismi di intelligence, con particolare riferimento all'individuazione del punto di equilibrio tra i diritti costituzionali dei cittadini, intesi in senso ampio, e il corrispettivo diritto alla tutela della propria sicurezza, che peraltro involge temi quali la gestione di rilevanti informazioni (a volte considerata come un potere parallelo), la possibile limitazione di diritti umani, la delicata tematica del segreto.
Il testo, di cui sono autori due illustri giuristi - Laurence Lustgarten, professore dell'Università di Southampton, già docente presso la facoltà di Giurisprudenza alla Warwick University e Ian Leigh, avvocato e assistente anziano alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Newcastle-upon-Tyne, già assistente alla facoltà di Giurisprudenza alla Durham University - muove proprio dalla ricerca di una definizione teorica del concetto di sicurezza nazionale, analizzato non solo in un contesto legale, ma anche avvalendosi del contributo di specialisti di storia, scienza della politica e relazioni internazionali.
Su tale base e acclarando che la tutela della sicurezza nazionale è una funzione del governo così come altre funzioni costituzionali, gli autori rispondono alle numerose domande che nei sistemi democratici normalmente sono correlate all'approfondimento di tali temi, quali: chi deve decidere la politica della sicurezza? Quali istituzioni devono essere coinvolte? Quale tipo di controllo democratico deve essere esercitato? In che misura può essere limitata la privacy? In che misura è tollerabile il segreto rispetto al diritto all'informazione?
Tali risposte sono elaborate tenendo conto non solo dell'esperienza inglese, bensì di due altri importanti paesi dell'area anglosassone quali il Canada e l'Australia.
Ma ancor più interessante è la contestualizzazione del problema nell'ambito della cittadinanza europea che, come nozione, segue agli accordi di Maastricht e ai rapidi e imprevedibili cambiamenti che hanno interessato gli scenari relativi alla sicurezza a seguito degli avvenimenti del 1989.
Uno specifico capitolo, assai interessante anche alla luce dell'esperienza italiana, concerne la problematica della tutela degli interessi della sicurezza dello Stato in relazione alle procedure giudiziarie.
L'analisi di tale materia, com'è noto soddisfacentemente disciplinata nell'ordinamento inglese, è corredata da un'ampia casistica giurisprudenziale.
L'ampio studio, qui brevemente recensito, è senza dubbio di estrema utilità sotto numerosi profili, con particolare riguardo all'approfondimento del tema centrale riguardante il necessario bilanciamento tra gli interessi volti alla tutela della sicurezza nazionale e i diritti dei cittadini costituzionalmente garantiti in un contesto democratico, aspetto dal quale nessun progetto di riforma presente e futuro potrà ragionevolmente prescindere.
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